Contatti artistici polacco-italiani 1944–1980. Anni ’40 – Architettura – Arti visive il primo dei due volumi in cui sono stati raccolti gli atti del convegno organizzato a Roma nel 2023 da Istituto Polacco degli Studi sull’Arte del Mondo, Istituto Polacco di Roma e Accademia Polacca delle Scienze, in collaborazione con il Dipartimento di Studi Europei, Americani e Interculturali (DSEAI) della Sapienza Universita di Roma e la Fondazione Romana J.S. Umiastowska. Il periodo che interessava il convegno e che questa pubblicazione abbraccia e quello che intercorre tra il 1944 e il 1980. La data iniziale e legata alla battaglia di Montecassino combattuta a maggio dal 2 Corpo d’Armata, con a capo il generale Władyslaw Anders, giunto in Italia l’anno precedente. Fra i suoi soldati c’era un gruppo di artisti che avevano intrapreso gli studi all’Accademia di Belle Arti di Roma. Gli “artisti di Anders”, come anche i registi e gli attori del Teatro Drammatico del 2 Corpo, fondarono nella capitale italiana un circolo artistico che continuo a esistere finché il Secondo Corpo non fu trasferito in Gran Bretagna. Fra gli artisti che si erano stabiliti in Italia si distinsero Michał Waszyński (regista di un film sui soldati del Secondo Corpo d’Armata, La grande strada, girato a Roma nel 1946) e il pittore Józef Jarema (fondatore dell’Art Club di Roma nel 1945). L’inizio delle relazioni culturali tra le nuove autorita polacche e italiane risale al 1946, quando al Museo Nazionale di Varsavia fu inaugurata la mostra Arte contemporanea italiana. Tra le opere esposte vi erano quaranta dipinti di pittori famosi come Felice Casorati, Giorgio de Chirico, Filippo de Pisis, Renato Guttuso, Giorgio Morandi, Gabriele Mucchi, Gino Severini e Giulio Turcato. Il deterioramento della situazione politica durante la Guerra Fredda fece si che una mostra di pittura polacca in Italia non poté avere luogo; tuttavia nel 1949 fu inaugurata una mostra di stampe polacche a Milano, Roma e Torino. Negli anni Cinquanta e Sessanta artisti di spicco come Tadeusz Kulisiewicz, Mieczysław Wejman, Maria Jarema e Henryk Stażewski raccolsero successi alla Biennale di Venezia e numerose mostre di pittura e grafica polacca. Di particolare importanza fu lo scambio di mostre: a Varsavia nel 1968 ebbe luogo una presentazione della Pittura italiana. Pittori italiani come Renato Guttuso ed Emilio Vedova influenzarono gli artisti polacchi attraverso mostre a Varsavia e Poznań. La prima Biennale del Manifesto in Europa (1966) e la fondazione del Museo del Manifesto (1968) ebbero in Italia una grande risonanza. Per quanto riguarda i contatti artistici fra la Polonia e l’estero, l’Ufficio Centrale per le Esposizioni Artistiche (CBWA) oggi Galleria Nazionale d’Arte Moderna Zachęta di Varsavia conserva la documentazione su decine di mostre e centinaia di nomi di artisti polacchi e italiani che hanno esposto in gallerie e musei in Polonia e in Italia, tra cui la Galleria Foksal di Varsavia, il Museo d’Arte di Łódź, il Museo Nazionale e il CBWA di Varsavia, la Galleria Arturo Schwarz di Milano e il Palazzo delle Esposizioni di Roma. Due straordinari eventi artistici chiudono il periodo delle relazioni polacco-italiane del dopoguerra. Il primo e la mostra Avanguardia polacca, 1910-1978: S. I. Witkiewicz, costruttivismo, artisti contemporanei al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel gennaio 1979. Contemporaneamente e sempre nello stesso luogo, fu inaugurata un’altra importante mostra polacca: Le opere di Tadeusz Kantor; Pittori di Cricot 2. Questi eventi testimoniavano – nonostante la divisione nell’Europa dell’epoca – la vivacita dei contatti reciproci che contribuirono al rafforzamento degli scambi tra i teatri d’avanguardia come il Cricot 2 di Tadeusz Kantor, il Laboratorium di Jerzy Grotowski, la compagnia di Józef Szajna, e le compagnie italiane che parteciparono al Festival del Teatro Aperto di Breslavia.
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